L’Italia primeggia nell’economia circolare e nell’efficienza energetica. Nel corso del 2017, infatti, il nostro Paese ha recuperato oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti, una cifra che rappresenta il 78% di quanto immesso al consumo. In questo senso, quindi, quello che viene definito indice di circolarità e che viene elaborato dalla Commissione Europea vede l’Italia al secondo posto in tutta l’UE. Davanti a noi c’è soltanto l’Olanda nell’utilizzo di materiali già usati, con quasi 1 kg di materie prime in arrivo direttamente dal riciclo ogni 5 kg di materie consumate. Dunque, risultati e anche possibilità interessanti dal punto di vista dello smaltimento rifiuti a Roma, di cui si occupa ad esempio Nieco.
Economia circolare, i numeri europei
Al primo posto per l’efficienza energetica e l’economia circolare c’è, quindi, l’Olanda, l’Italia si piazza a un virtuosissimo secondo posto. Dietro di noi ci sono la Francia con il 17,8% di riciclo e il Belgio con il 16.9%. Cifre ben al di sopra della media europea, che si ferma all’11,4%. Inoltre, il nostro Paese risulta all’avanguardia nel recupero dei rifiuti da imballaggio, con ben 8,8 milioni di tonnellate avviati al riciclo nel corso del 2017. Questa cifra attesta un aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente.
Cos’è l’economia circolare
L’economia circolare oggi ha un nuovo paradigma internazionale grazie a normative innovative e finanziamenti ad hoc e rappresenta un concetto imprescindibile dei sistemi aziendali e industriali in ogni Paese sviluppato. Inoltre, quello delle energie rinnovaibili e dell’efficienza energetica rappresentano dei settori strategici in tutto il mondo. Pensiamo soltanto che, nel settore eolico, fotovoltaico e storage, l’Italia dovrebbe triplicare al 2030 la sua produzione di energia “buona”, anche sullo slancio degli obiettivi europei.
Gli obiettivi e le potenzialità
Entriamo ora nel dettaglio degli obiettivi fissati per il 2020, che si concentrano su un risparmio potenziale (e sperato) di 640 miliardi di dollari sulle spese per l’approvvigionamento del sistema manifatturiero europeo, corrispondente ad appena il 20% circa di quello che si spende attualmente. Secondo Enea, l’Italia deve dunque proseguire in questa spinta verso la circular economy perché ha soltanto da guadagnarci, con la potenziale creazione di ben 540mila posti di lavoro da qui ai prossimi dieci anni. Nel campo dell’efficienza energetica, poi, in cui sono stati investiti oltre 6 miliardi e mezzo di euro nel corso del 2017, si registrano aumentano costanti, confermati anche dai numeri relativi al primo semestre di quest’anno.