Il testamento rappresenta, come noto, un atto attraverso il quale viene disposta la devoluzione in eredità di una parte o della totalità dei propri beni. Si tratta di un atto giuridico mediante il quale un soggetto stabilisce a chi dovranno essere destinati i suoi beni una volta che lui sarà scomparso. Il testamento si può redigere in qualunque momento della propria vita, purché si sia maggiorenni e si sia in grado di intendere e di volare. Inoltre, una volta compilato può sempre essere modificato, o anche revocato se si reputa necessario farlo. Esistono due tipologie di testamento: uno è quello pubblico, che viene redatto in presenza di testimoni e di un notaio; l’altro è quello olografo, che il testatore scrive direttamente in prima persona.
Le caratteristiche del testamento
Ogni testamento deve essere considerato un atto prettamente personale: in altre parole non è possibile far testamento con un’altra persona, nemmeno se si è marito e moglie. Ognuno è tenuto a redigere il testamento solo per sé. Il nostro ordinamento garantisce i diritti dei cosiddetti eredi legittimari: sono i familiari più stretti, vale a dire i genitori, i figli e il coniuge. In pratica, si tratta dei soggetti a beneficio dei quali deve essere lasciata per forza una parte di eredità, poiché così prevede la legge. Il testamento consente anche di indicare il nome di un soggetto a cui sarà assegnato il compito di esecutore testamentario. Chi ricopre questo ruolo, in sostanza, è tenuto a far rispettare le volontà esplicitate nel testamento. L’esecutore testamentario può essere un notaio, ma non per forza: si può trattare di una qualunque altra persona di fiducia.
La conservazione del testamento
È consigliabile conservare e custodire il proprio testamento in un posto sicuro, scelto in prima persona; in alternativa lo si può consegnare a un notaio o a una persona di fiducia (con il vantaggio che, in questo secondo caso, non si deve pagare niente). Vale la pena di ricordare che i testamenti non sono tutti uguali fra di loro. Si può anche ricorrere a un lascito testamentario, per mezzo del quale chiunque ha la facoltà di destinare una parte dei propri beni a chi desidera. Si può scrivere il testamento in qualunque momento, ma ovviamente i suoi effetti diventano concreti solo dopo che il testatore muore. La volontà e la libertà del testatore sono sempre garantite, ed è per questo motivo che il testamento può essere cambiato in qualunque momento, fino a che chi lo ha redatto è ancora in vita. Tramite il lascito si ha la possibilità, alla morte, di donare i propri beni. Una caratteristica peculiare del lascito è che esso può riguardare tanto i beni mobili quanto quelli immobili.
I vincoli
Dopo aver visto cos’è un lascito testamentario, conviene approfondire i paletti e i vincoli che è necessario rispettare. In relazione al contenuto del testamento, per esempio, esistono delle regole specifiche a cui attenersi a proposito delle quote che possono essere fatte rientrare nel lascito. Il testatore ha la facoltà, grazie a quanto previsto dalla legge, di disporre dei propri beni, ma non totalmente. Esiste infatti la quota legittima che spetta di diritto ai figli e ai loro discendenti: nel caso in cui il de cuius non abbia figli, subentrano gli ascendenti, vale a dire i genitori. Che si voglia o meno, la quota di legittima deve comunque essere riservata ai legittimari: non conta, quindi, che il testatore si esprima in senso opposto, magari perché ha litigato con i propri familiari.
Che cosa succede in assenza di figli e coniuge
Nel caso in cui il testatore non abbia coniuge né figli, un terzo del patrimonio viene assegnato, secondo quanto indicato dall’articolo 538 del codice civile, ai genitori. Se non ci sono figli, i genitori concorrono con il coniuge, con i primi che hanno diritto a un quarto del patrimonio e il secondo alla metà: lo segnala l’articolo 544 del codice civile.